A MIA MADRE

Una porta che si apre davanti al tuo sorriso,
una carezza, una parola per un pensiero che si acquieta,
bella, di una nobiltà che confonde,
semplice, buona, eri sempre pronta al perdono,
in ogni tempo della tua vita la fede era la tua guida
e la trasmettevi attraverso i tuoi occhi pacati.
Hai portato con dignità un pezzo della croce di Gesù
e con la serenità di una fanciulla addormentata sei andata via,
senza esitare hai donato la tua vita, incamminandoti verso la dimora dove il tempo si ferma
e la gioia non ha confini.
Mi tremano le mani, sei andata via ora,
mi guardi, ma i tuoi occhi non mi vedono più,
sei già lontana, sei volata via,
stai andando verso un mare di luce,
cammini sicura, non hai più bisogno di me,
nessun appoggio ti occorre, nessuno a sorreggerti,
le tue gambe sono salde su un sentiero privo di ostacoli,
nulla può fermarti.
Vai, serena, tranquilla, mentre lo splendore di quell’orizzonte ti avvolge sempre più.
Io ti guardo, hai dipinto sul viso una ritrovata serenità,
non ci sono più dottori né letti di ospedale né cure,
non ci sono più io,
non ci sei più tu…
Mi assale un vuoto profondo,
il dolore del distacco non ha eguali,
tu non ci sei più ad orientarmi nella vita secondo le tue regole d’amore.
In un istante ripercorro la mia vita accanto a te,
la tua accanto alla mia,
mille le doti che ti hanno fatto onore e vanto,
mille le volte che con la tua semplicità le hai tenute nascoste.
Sei la mia mamma, quella che mi ha chiamato fino all’ultimo istante “bambina mia”,
quella che mi ha tenuta per mano, stringendola sempre più forte.
Adesso sei nel mio cuore, non passeggi più accanto a me,
ma cammini con me, sei dove io sono, vieni dove io vado.
Sei il mare che guardo, la luna che illumina il mio cielo, il sole che bacia le mie mattine, il primo fiore di primavera, la rondine che volteggia lassù.
La pena è grande, agli occhi l’immagine di te che ritorna,
mi avvolge e mi commuove… mi commuove… sento un sussurro: “non piangere”,
“si, mamma, ma tu continua a sorridermi”.

Marisa Gioiello